Tra caos candidature e alleanze dell'ultima ora, il deputato irpino del Partito democratico Luigi Famiglietti analizza l'inizio di campagna elettorale.
Onorevole Famiglietti, le liste sono state finalmente presentate. Che tipo di campagna elettorale attende il Pd?
«Una campagna elettorale di netta discontinuità con il governo Caldoro. Lo slogan del nostro candidato presidente, "Mai più ultimi", per noi è un imperativo: riportare la Campania ad una dimensione di competitività con le altre Regioni del Paese e del Mediterraneo. C'è tanto da fare dalla legge sul decentramento amministrativo, fondamentale per la riorganizzazione degli enti locali e per rendere effettiva la riforma Delrio, la legge sul paesaggio che, come accaduto in Toscana, impedirebbe ogni sorta di stravolgimento del territorio, la programmazione dei fondi europei. Un lavoro lungo che necessita di persone ed idee di qualità».
Per il Pd la gestazione non è stata semplice, con lo scontro tra due candidature, quella di Palmieri e quella di Todisco, dietro il quale in molti hanno letto una latente conflittualità tra Lei e la collega parlamentare Valentina Paris.
«Tra me e Paris nessuno scontro, si tratta di un'interpretazione giornalistica. Lei che è responsabile nazionale degli enti locali non poteva ovviamente focalizzarsi solo su Avellino, ma entrambi abbiamo dato il nostro contributo. Ritengo che abbiamo messo in campo una lista più che valida e che tutti coloro che si erano resi disponibili fossero energie più che valide. Il nostro obbiettivo era rappresentare l'intero territorio e le varie anime del Pd e la lista racchiude tutto questo. Certo dispiace per le polemiche, create ad arte da qualcuno. Erano da evitare perché a risentirne è l'immagine del partito. Chi ha orchestrato tutto questo ha grosse responsabilità, ma ora dobbiamo guardare avanti. Sono comunque onestamente contento che Todisco abbia accettato la candidatura nella lista "De Luca presidente" e che in questo modo potrà dare anche il suo personale contributo alla vittoria delle elezioni».
Lei dice di guardare avanti, ma l'area che fa riferimento a Todisco ha definito illegale la lista del Pd. Come commenta?
«Rimango basito e nauseato di fronte a certe dichiarazioni. Io sosterrò convintamente, da parlamentare e da iscritto al Pd, una lista che è più che valida e che rappresenta tutti. C'è l'ex senatore Enzo De Luca, una figura di garanzia come Roberta Santaniello, c'è il sindaco di Montemarano Beniamino Palmieri (unico renziano della prima ora in gara ndr.) e poi c'è l'uscente Rosa D'Amelio che in direzione nazionale fa parte della cosiddetta area Bersani, la stessa se non mi sbaglio a cui si rifà la sinistra provinciale che dichiara tali cose. In ogni caso adesso è giunto il momento di voltare pagina. Se il Pd nazionale ha deciso di non esprimersi è perché da un lato ha ritenuto valida la proposta del provinciale, e perché il regionale evidentemente ha ritenuto che, anche in base alle candidature delle altre province, l'area a cui fa riferimento Todisco fosse già ampiamente rappresentata. La lista è sicuramente valida tanto che, nel corso della tanto dibattuta assemblea provinciale, è stata riconosciuta dalla stessa responsabile nazionale enti locali del Pd, rimandando come previsto dal regolamento, al partito regionale».
Venerdì in un tweet Lei ha scritto "Il trasformismo è il male che più nuoce al Mezzogiorno". Si riferiva all'ingresso in zona Cesarini dell'Udc di De Mita nel centrosinistra?
«Si, un episodio che genera confusione e perplessità. Non vedo in questa mossa una scelta di campo politico, basti pensare che solo tre giorni fa l'onorevole Giuseppe De Mita non ha votato la fiducia al governo Renzi sull'Italicum. Si tratta di un accordo di tipo territoriale che Vincenzo De Luca dovrebbe spiegare. Posso immaginare che a convincerlo sia stata l'opportunità di sottrarre una pedina importante a Caldoro e indebolire così ulteriormente il centro destra. Si tratta di una scelta che ricorda quella del 2008 quando De Mita, per la mancata candidatura alle politiche con il Pd, fece armi e bagagli per andarsene con il centro destra di Nicola Cosentino».
Non teme che la compagnia di De Mita possa rendere difficile la campagna elettorale del Pd?
«Dobbiamo concentrarci sulla campagna elettorale imparando a ridimensionare fenomeni che appartengono al passato, soprattutto in Irpinia, ed intercettando, con uomini ed idee valide, i tanti cittadini che hanno voglia di un futuro di cambiamento. La nuova legge elettorale inoltre premierà il partito, prevede il ballottaggio e il premio di maggioranza. Insomma stiamo costruendo un bipolarismo che garantisce la governabilità e che non lascia più spazi di mercanteggiamento ai partitini personali".
fonte: www.ilciriaco.it