Il sindaco di Montemarano a tutto campo: «Non tiro per la giacchetta De Blasio, ho troppo rispetto per lui e per il partito. Saprà scegliere e dar conto delle sue scelte»
«Matteo Renzi non viene in Campania per una passerella pre – elettorale, viene in Campania per lanciare un segnale di vicinanza e di attenzione a questi territori, ad una regione complessa, probabilmente la più complessa d’Italia, che vive enormi difficoltà sotto il punto di vista sociale ed economico, ma che ha straordinarie ricchezze e potenzialità. Ed è chiaro, Renzi viene in Campania anche nelle vesti di segretario nazionale del Partito democratico, in un momento estremamente delicato segnato dalle tante questioni giudiziarie, dai problemi che si riscontrano in molti ed importanti comuni della regione e viene anche per lanciare un segnale chiaro al partito in vista della contesa del 31 maggio». A parlare è Beniamino Palmieri, sindaco di Montemarano, componente dell’Assemblea Nazionale del Partito democratico, in piena corsa per una candidatura per le regionali con il sostegno dell’intero gruppo che si ritrova attorno alla leadership di Luigi Famiglietti.
Perfetto, Renzi non viene a Pompei per una passerella pre – elettorale. Converrà, però, sul fatto che ad oggi da parte del premier - segretario non è arrivato alcun segnale di concreta attenzione per la vicenda campana…
«Non sono d’accordo, non c’è stata distrazione. Il gruppo dirigente nazionale, in Campania come altrove, ha lasciato piena autonomia ai gruppi dirigenti territoriali. A queste latitudini, questo è indiscutibile, il percorso di avvicinamento a questo voto è stato segnato da una discussione estremamente complessa in funzione di una situazione molto difficile. Con grande fatica abbiamo raggiunto una sintesi, si sono celebrate le primarie e le ha vinte Vincenzo De Luca. Ribadisco, Renzi non viene a Pompei né per una passerella pre – elettorale né per farsi perdonare qualcosa. Ricordo a tutti che a Caserta ha chiuso i battenti l’Indesit, ricordo a tutti che questa regione vive una crisi sociale ed economica devastante ed è in questa cornice che va ricercato il senso della presenza del premier a Pompei»
Resta il fatto che fra dieci giorni scade il termine ultimo per la presentazione delle liste e i nodi da sciogliere, in Irpinia come altrove, sono ancora tutti lì. Enzo Venezia, proprio da queste colonne, ha definito le candidature di Enzo De Luca e di Rosetta D’Amelio indiscutibili, affermando che le elezioni si vincono con i voti e non con le chiacchiere. Ci pare di poter dire che il primo destinatario di quel messaggio era proprio Lei…
«Questo non lo so, quel che so è che noi non poniamo veti. Dal nostro punto di vista tutti i nomi che sono circolati e circolano meriterebbero un posto nella lista del Pd, e crediamo che questa sia una ricchezza della quale il Pd non può e non deve avere paura. In tale contesto, noi ci poniamo al servizio del partito consapevoli del fatto che una nuova classe dirigente può nascere solo dal conflitto. Noi siamo convinti del fatto che il Partito democratico, in questa fase storica, è chiamato a dare un segnale chiaro, a rispondere nella concretezza all’esigenza di cambiamento che pervade le nostre comunità. E se è vero che il cambiamento non lo si esercita con la carta d’identità è pur vero che troppo spesso si muove dal presupposto che i giovani siano portatori di avventurismo. Vorrei ricordare a me stesso e ai lettori che alla mia età, un po’ di decenni fa, un tale di nome Bob Kennedy si proponeva per la corsa alla Presidenza degli Stati uniti d’America. I contenuti o ci sono o non ci sono e la carta d’identità non c’entra nulla. Ecco direttore, il senso della nostra proposta è tutto in una delle frasi più belle di Bob Kennedy, una frase che lessi per la prima volta da ragazzino e che mi fece innamorare della politica: “Alcuni uomini vedono le cose per quello che sono state e ne spiegano il perché. Io sogno cose che ancora devono venire e dico, perché no”. Il senso di quel che siamo e di quel che proponiamo è tutto qui, nel convincimento che non si può fare politica per sempre, che mai come in questa fase il Paese ha la necessità di affidarsi a chi ha linguaggi e visioni congrue con i dettami della modernità. Il Pd ha il dovere di fare un passo in avanti in questa direzione e noi ci siamo con la forza delle nostre idee e della nostra proposta, idee e proposte che mettiamo a servizio del Partito democratico e dell’Irpinia. Per quel che riguarda il resto, dico solo che il consenso non è mai la premessa ma sempre la conseguenza di un percorso. Dopo di che, e finisco, siamo perfettamente consapevoli della difficoltà di questa contesa, del fatto che la partita si gioca sulle preferenze e, dunque, sulla capacità dei candidati di raccogliere la fiducia degli elettori. Ma non abbiamo certo paura di questo, posto che non si può chiedere esperienza ad un giovane che cerca lavoro»
Vede la sua candidatura alternativa a quella dell’ex Senatore De Luca?
«Come le dicevo noi non poniamo veti né ci sentiamo alternativi a questo o quello. Noi ci mettiamo la faccia perché abbiamo il dovere di provarci, il dovere di restituire speranza ai territori che chiedono il cambiamento e ci siamo fatti carico di questa sfida. Vogliamo essere gli interpreti di un segnale di rottura e di innovazione e riteniamo che l’obiettivo a cui tutti dovremmo guardare è quello della vittoria. Mettiamo a servizio del partito la nostra proposta ma non riteniamo che la nostra proposta ne escluda altre, se l’obiettivo è quello di dare al Pd la lista più forte possibile riteniamo che si debba ricercare il migliore equilibrio tra innovazione ed esperienza. Non siamo dinanzi ad una resa dei conti ma al fisiologico svilupparsi di una discussione, anche aspra, ma nel mero interesse del Pd, dell’Irpinia e della Campania. Che gli organismi dirigenti del partito si trovino in difficoltà è un fatto assolutamente positivo che certifica la forza e la ricchezza di questo partito»
Perfetto, ma non possiamo mica fa finta che non esistano le correnti né possiamo ignorare i rapporti di forza esistenti tra le diverse parti in campo…
«Non ho detto questo, ma non mi chieda di tirare per la giacchetta il segretario provinciale perché non lo farò. Ho troppo rispetto per il partito, ho troppo rispetto per Carmine De Blasio. Il compito che è chiamato a svolgere in questa fase è estremamente complesso e proprio non vorrei essere nei suoi panni. Ma ha spalle molto larghe e sono certo che saprà scegliere per il bene del partito e saprà dar conto delle sue decisioni. Ciò detto, la proposta che Big Bang Irpinia ha posto a servizio del partito è la fulgida proiezione di un percorso lineare compiuto in questi anni, un percorso di cambiamento alla base del quale ci sono le medesime ragioni del nostro essere in politica»
Lei conosce bene la storia del Partito democratico in questa provincia e sa che ogni qualvolta il partito s’è trovato dinanzi a strettoie come questa è poi stato travolto dal gioco delle vendette incrociate…
«Per noi vale l’antica regola del centralismo democratico, per noi l’unico avversario si chiama e si chiamerà Caldoro. Noi siamo il Pd e lo siamo a prescindere da chi il Pd candida, anche questo è rinnovamento. E credo, in tutta onestà, che lo stesso valga per tutti gli altri. Ora gli animi sono esasperati, la tensione che si respira è fisiologica, ma alla fine ci ritroveremo nell’unità, ognuno di noi affronterà la campagna elettorale come se fosse candidato. L’esempio al quale mi rifaccio è quello di Rosetta D’Amelio, che anche nel momento della delusione, mi riferisco a quando saltò all’ultimo minuto la sua candidatura al Parlamento, ha sempre affermato con l’impegno la propria appartenenza e fedeltà al partito»
Accetterebbe una candidatura in una delle liste collegate?
«È un’ipotesi sulla quale non abbiamo mai ragionato e sulla quale, dunque, non mi pronuncio. D’altronde io sono membro dell’Assemblea nazionale, diciamo che per noi questa opzione non ha mai rappresentato un’alternativa»
Venezia, tra le altre cose, ha detto che Enzo De Luca è il volto del rinnovamento del Partito democratico, visto e considerato che è stato lui a consentire a Paris e Famiglietti di essere eletti. Cosa ci dice?
«Lungi da me la tentazione di esprimere giudizi sui singoli o di alimentare pettegolezzi. Per me la politica è pensiero, visione, analisi. È soprattutto passione, una passione che non va sporcata né mortificata con dispute prive di senso. Anche questo ci chiedono i cittadini»
Un’ultima battuta e ci lasciamo. Tutti i sondaggi ci dicono che la presenza di una proposta alternativa a quella del Pd a sinistra, rischia di rivelarsi letale per De Luca. Non crede che da questo punto di vista siano stati commessi errori imperdonabili da parte dei vertici regionali del partito?
«Continuo a confidare nel dialogo, nella possibilità che alla fine si possa arrivare ad una ricomposizione. Non sono ottimista ma continuo a sperare. Ciò detto, ho grande rispetto per Salvatore Vozza e per il mondo che si ritrova attorno alla sua candidatura ma non posso non vedere il rischio che si cela dietro questa parcellizzazione. Abbiamo un obiettivo comune che è quello di mandare a casa Caldoro e qualora non dovessimo riuscirci in ragione delle nostre incomprensioni sarebbe davvero grave ed assurdo. Un peccato imperdonabile»
Grazie sindaco
«A Lei...»
fonte: www.orticalab.it